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Fuga dalla Nigeria

di Angela Ascione Federica Lelli Giulia Nanni

 

Bologna - La Nigeria è una repubblica federale con tanti stati al suo interno, in ognuno dei quali sono presenti problemi tra cui le tratte, il petrolio e gli scontri con le milizie. 

 

 

Situazione politica e economica

Sul piano economico la Nigeria è un Paese di forti contraddizioni, è povero e allo stesso tempo in forte crescita economica grazie alla presenza dei giacimenti di petrolio, i cui ricavi però sono distribuiti in maniera ineguale. Tale stato continua ad essere fortemente danneggiato dalla cattiva gestione di questo e dalla corruzione che giorno dopo giorno dilaga negli anni; il gruppo di estremisti islamisti di Boko Haram inoltre ha portato il caos nel nord-est del Pese, uccidendo migliaia di persone. 36 stati della Nigeria hanno grandissimi problemi di liquidità e molti dipendenti pubblici non vengono pagati e proprio per questi motivi la Nigeria da cui proviene la maggior parte dei migranti che sbarcano sulle coste Italiane. 

 

 

Il petrolio 

La Nigeria è uno dei maggiori Pesi produttori di petrolio. I giacimenti petroliferi si trovano al nord del Paese. Negli anni le compagnie petrolifere hanno creato una situazione di crisi umanitaria inquinando acque e territori agricoli, non mettendo dei sistemi di sicurezza nei loro impianti hanno provocato un vero e proprio scempio ambientale e le persone che vivevano di agricoltura e dei prodotti di quella terra (che è stata inquinata) si sono trovate in una condizione fortemente disastrosa.

 

 

Boko Haram

Il Boko Haram consiste in una diramazione dell'ISIS in Nigeria che attraverso azioni terroristiche sulla popolazione sta portando in maniera sempre più progressiva ad una degenerazione di questo Paese. Boko Haram ha esercitato almeno 65 attacchi terroristici causando la morte di più di 400 civili e ha rapito almeno 73 persone; tra queste 16 donne sono state catturate a giugno del 2017 in un'imboscata di Boko Haram ad un convoglio scortato dall'esercito. Un'altra vicenda tragica che ha coinvolto il rapimento di giovani ragazze è accaduta a Chibok il 14 aprile del 2014; durante tale episodio 223 studentesse di una scuola sono state catturate dai miliziani islamisti e una volta liberate la maggior parte di esse ha continuato a subire gravi rese psicologiche. Alcune invece sono tornate dai miliziani che le avevano rapite in quanto non riuscivano a sopportare lo "stigma sociale" per aver partecipato alla compagnia terroristica di Boko Haram; una di queste giovani si chiama Aisha, la quale racconta il suo periodo di prigionia come una sorta di fiaba nella quale veniva riempita di regali costosissimi e canzoni d'amore.

 

 

 

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Vita senza scrupoli di piccole donne schiave

Le "ragazze di Benin city" è uno slogan che connota una delle situazioni più drammatiche che ci sono in Africa: ragazze violentate, vendute dalle loro famiglie e portate in Europa dalla mafia Nigeriana, ingannate dal fatto che potessero lavorare dignitosamente in Europa per aiutare le loro famiglie, vengono cosi rapite e messe con la violenza nelle strade e schiavizzate come prostitute. E' una situazione molto angosciante perché oltre alla violenza fisica che subiscono c'è anche quella psicologica. I trafficanti Nigeriani usano la magia nera per ingannare migliaia di donne e ragazze ed inviarle in Italia come prostitute; uno di questi è la maledizione del juju: rito in cui attraverso azioni simboliche costringono le giovani schiave a fare una sorta di voto o di devozione poiché nel momento in cui queste dovessero sparire o denunciare gli sfruttatori tale rito si rivolterebbe contro la famiglia (che è sotto il ricatto delle organizzazioni mafiose); dunque nella maggior parte dei casi, questi atti violenti non vengono denunciati per timore delle ritorsioni nei confronti dei propri parenti.

 

 

Una scrittrice che ha combattuto la violenza contro le donne

Isoke è stata la donna che per prima ha denunciato questa situazione di sfruttamento e l'ha fatta uscire fuori agli occhi del mondo e dell'Italia con il libro "Benin city" (città dove avviene la tratta delle ragazze). Questa storia rappresenta una forte denuncia contro il senso comune che continua ancora a chiamare queste donne schiave "prostitute". Isoke è una ragazza che è arrivata in Italia all'età di 20 anni: le avevano promesso un lavoro di commessa, si è invece ritrovata a vivere in schiavitù. Oggi, finalmente libera, racconta la vita, la tratta, i clienti, i sogni delle ragazze da marciapiede.

 

 

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Immagine in evidenza: afp

Fonti: lenius.it , la ragazza di Benin City