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Il gioco di specchi della mediazione culturale

di Angela Ascione Federica Lelli Giulia Nanni

 

Bologna-Abbiamo avuto il piacere di dialogare con una mediatrice linguistica che ci ha spiegato dettagliatamente le dinamiche del suo lavoro e le realtà con cui entra quotidianamente in contatto: come in un gioco di specchi la mediazione porta a guardare dentro se stessi. Lei è Rebecca Oduro, ha 28 anni, è originaria del Ghana ma è nata in provincia di Modena; il suo lavoro è duplice: lavora come mediatrice da circa 4/5 anni presso la coop Eurostreet di Biella che è il fornitore dei servizi di mediazione centralizzata del Comune di Bologna e come educatrice presso una struttura di richiedenti asilo.

 

 

 

Quali sono le difficoltà che riscontri in questo lavoro?

"Spesso mi capita di venire a contatto con assistenti sociali e spiegare loro i termini tecnici oppure spiegare ai richiedenti asilo che cos'è la commissione"

 

Quale aspetto del tuo lavoro preferisci?

"Si tratta di un lavoro abbastanza vario in quanto ti ritrovi a che fare con situazioni differenti: famiglie disagiate, persone che devono iniziare una nuova vita; dunque rappresenta un lavoro che mi arricchisce come persona poiché dalle storie altrui ricavo informazioni utili anche per me stessa"

 

Come ti relazioni con le persone che si rivolgono a te?

Con le persone che si rivolgono a me cerco di essere il più disponibile possibile anche se in realtà spesso mi trovo a che fare con persone che si aspettano che io dica e faccia tutto subito"

 

In cosa consiste la mediazione telefonica?

"Ogni mediatore ha un portale che la cooperativa ha permesso di fare, ognuno ha i suoi dati e uno spazio in cui inserire la propria disponibilità in base alle ore e i giorni. Spesso mi ritrovo in un triage telefonico oppure può succedere che si tratti di chiamate d'emergenza provenienti ad esempio dall'ospedale"

 

In cosa consiste la mediazione non telefonica?

"Prima di tutto ci vengono mandate delle email con proposte di incarico,  il primo mediatore che conferma l'assegnazione si recherà sul posto iniziare successivamente la mediazione vera e propria. Questo tipo di mediazione non è né facile né difficile poiché ci si reca sul posto, si incontrano persone estranee e bisogna essere professionali, soprattutto per il fatto che spesso ci sono persone che si fanno prendere dall'agitazione e si disperano e questo per noi non è facilissimo proprio perché non dobbiamo tradurre oltre"

 

La traduzione è letterale?

"No, il mediatore deve essere in grado di rendere il messaggio e conoscere bene la cultura di quel Pese per coglierne tutte le sfumature; per fare questo lavoro bisogna vivere certe situazioni sulla propria pelle, è preferibile un mediatore che è stato a contatto con diverse culture e non limitarsi ad un mero studio scolastico della lingua"

 

In cosa consiste il tuo lavoro di educatrice?

"Seguo i richiedenti asilo partendo con il fare loro i documenti, li aiuto ad iscriversi in una scuola di italiano (fondamentale per aiutarli a trovare un lavoro), gli permetto di integrarsi nella società poiché loro partono da zero e quindi devono adattarsi a nuove regole. Spesso li porto in questura per rinnovare il loro permesso di soggiorno, quando vanno in commissione faccio si che possano entrare in contatto con un avvocato che si occupi di immigrati"

 

Quali lingue traduci?

"Io traduco inglese, francese e twi (un dialetto riconosciuto come lingua che si parla in Ghana insieme ad altri 70 dialetti circa). Alcuni dialetti parlati in Ghana vengono riconosciuti come lingua e per questo motivo vengono utilizzati anche a livello burocratico e amministrativo. In Ghana la lingua ufficiale è l'inglese"

 

Capita spesso che la stessa persona chiami più volte?

"Si, capita spesso che la stessa persona chiami più volte e questo fa si che la comunicazione si complichi perché quando la telefonata si interrompe e una persona chiama un'altra volta c'è la possibilità che risponda un altro operatore"

 

Quanto dura una mediazione sul posto?

"La mediazione sul posto dura generalmente 1/2 ore, a volte mi è capitato anche di fare una mediazione nella struttura in cui lavoro che ha avuto una durata di 3 ore"

 

Come è strutturata la scuola di italiano?

"Si tratta di una scuola per adulti alla quale qualsiasi straniero può accedere, le classi sono divise in vari livelli, viene frequentata 3 volte a settimana, per un semestre; successivamente si terrà una prova d'esame che, se superata, farà si che il richiedente asilo riceva un attestato in cui viene dichiarato il suo livello di lingua (indispensabile per quando si presentano in commissione per cercare un lavoro). Per imparare la lingua italiana occorrono 1/2 anni circa"

 

Ti piace fare questo lavoro?

"Si, perché mi permette di mettere da parte i miei problemi e comprendere che esistono situazioni più svantaggiate rispetto alla mia"