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Le procedure di accoglienza dei rifugiati

di Angela Ascione

 

Cos'è lo SPRAR e di cosa si occupa?

 

 

Bologna - Lo SPRAR o SIPROIMI è un progetto territoriale nazionale il cui obbiettivo è quello di rendere autonomi i rifugiati basandosi su tre principali aspetti: possibilità di un alloggio appropriato, l'inserimento nella società e l'opportunità di lavorare per mantenersi. Inoltre il richiedente asilo verrà accompagnato da un sostegno sanitario e avrà l'occasione di imparare la lingua italiana.

 

I beneficiari di protezione internazionale e i richiedenti

Il richiedente è colui il quale non si è ancora presentato alla commissione territoriale e quindi si trova ancora in attesa di giudizio.

Il titolare è colui che dopo la presentazione alla commissione territoriale ha ottenuto un riscontro positivo e quindi la protezione.

L'asilo è consentito nel momento in cui la persona vive in una situazione di pericolo.

La protezione sussidiaria è necessaria quando nel paese del richiedente asilo è realmente presente una situazione di pericolo.

 

Chi può fare la richiesta d'asilo?

Questa richiesta può essere effettuata solo da coloro che nel paese d'origine rischiano la vita per cause come la guerra, la religione, la politica, la sessualità o la famiglia e non per questioni legate alla povertà della propria terra.

 

Che cos'è il modello C3?

Si tratta di un documento in cui sono state inserite tutte le informazioni personali sul richiedente asilo e che dovrà essere depositato in questura; da qui viene attuato l'avvio formale della domanda e successivamente entro 60 giorni il richiedente otterrà il primo permesso di soggiorno e l'opportunità di lavorare. Da adesso la richiesta dovrà essere rinnovata ogni 6 mesi in attesa del decreto finale che stabilirà le sorti del richiedente. Passato un anno circa il postulante verrà convocato in Commissione attraverso una notifica e durante il periodo che intercorre tra la notifica e la vera e propria audizione il soggetto dovrà trascrivere le sue memorie su carta e questo documento prende il nome di "Raccolta Memorie". Insieme a quest'ultima viene aggiunto un documento COI che racchiude le informazioni riguardanti il Paese di origine e la pericolosità di esso. Infine questo documento C3 contiene domande generali rivolte al richiedente fino  giungere a quesiti più specifici riguardanti il viaggio e i Pesi in cui è passato. 

 

Il patto di accoglienza e le sue funzioni

Dopo la richiesta che il beneficiario ha effettuato, viene a lui sottoposto un Patto di Accoglienza in cui sono dichiarati i suoi diritti. Con questo documento al soggetto viene data la possibilità di restare, per un certo periodo, all'interno di strutture di accoglienza dove verranno consegnati al rifugiato i mezzi per ottenere l'indipendenza economica e sociale. Il patto ha quindi come scopo quello di condurre il beneficiario verso una propria autonomia e in base alla condizione del rifugiato ha durata variabile ma solitamente è valido per 6 mesi. Naturalmente allo scadere della validità del patto l'appellante dovrà lasciare la struttura di accoglienza entro una data già stabilita con l'ente locale e gestore.

 

Quali sono i diritti e i doveri dei beneficiari?

Nel momento di entrata nella struttura avviene la consegna di un kit individuale apposito per l'igiene, la consegna della biancheria e le chiavi dell'appartamento. Ogni rifugiato ha diritto a 5 euro quotidiani per il vitto, 2 euro per le spese personali e 30 euro ogni 6 mesi per quanto concerne il vestiario . Ai beneficiari viene oltretutto somministrato un abbonamento dell'autobus e alla fine del Patto di Accoglienza ognuno riceverà una quota monetaria (tra i 250 euro e i 1000 euro) che aumenterà in base al livello di autonomia ottenuta (principale scopo dello SPRAR). Tra i doveri del rifugiato ci sono: il rispetto del regolamento della struttura, dei termini del proprio progetto attraverso dialoghi con gli operatori, lasciare in modo autonomo la struttura e infine la frequentazione di un corso di italiano.

 

Qual è il compito della commissione territoriale?

La commissione territoriale avrà il ruolo di esaminare ogni singolo caso dei richiedenti asilo e l'esito potrà essere positivo o negativo: nel primo caso il richiedente otterrà la protezione, mentre nel secondo caso avrà l'opportunità di far ricorso mediante l'ausilio di un avvocato: qualora prendesse quest'ultima decisione il caso verrà esaminato in tribunale dove potrà riscontrare nuovamente esiti positivi (diventando titolare) o negativi (il richidente deve lasciare obbligatoriamente l'Italia).

 

Immagine in evidenza: afp